· Massimo Bocca  · 2 min read

Terzabirra numero trenta

I numeri tondi fanno sempre una certa impressione, trenta ancora di più. [...]

I numeri tondi fanno sempre una certa impressione, trenta ancora di più. C’è dentro una suggestione di successo, che gratifica, e un’eco di perfezione che spiazza: se c’è una cosa che non si è mai cercata, qui a #terzabirra, è la perfezione.

Ma non fuggiamo, guardiamo tutti insieme la sindrome dell’impostore negli occhi e ci esibiamo in un sorriso un po’ obliquo: ehi, siamo qui, che ci possiamo fare ora?

Proseguiamo, come quei gruppi che cantano canzoni di successo da trent’anni, con quel successo hanno già fatto i conti da tempo, e possono permettersi di divertirsi con le reunion, con un’abbondante dose di rispetto e gratitudine per i loro fan, e una non trascurabile spruzzata di rispetto e gratitudine per se stessi, per la strada che hanno fatto e le cose che hanno visto camminandoci, sole e pioggia alternati sulla testa.

Non facciamo del nostro meglio, sarebbe troppo ambizioso, ma facciamo “del nostro”: non ci inventiamo improbabili deviazioni in territori cool. Visto che c’è ancora roba che brucia*, nella nostra stufa*, facciamo posto per chi vuole scaldarsi* un po’ e far due chiacchiere, o anche solo star comodo, con un bicchiere in mano.

La porta è aperta, non c’è bisogno di alcun invito, basta spingere la porta, appendere il cappotto* al muro, e sei dentro.

* scusate, non mi è venuta la metafora estiva, somigliava tutto a una brutta copia di Fabulous, e io a una bruttissima copia di Sharpay. Vi beccate la metafora invernale e pazienza.

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