Afterzabirra numero trentacinque

Il sovranismo della disperazione è un bel punto di partenza per la nuova stagione. Soprattutto quando poi si passa facilmente allo sciovinismo della pretesa lamentosa: italians whine it better? Discussioni con ampia apertura alare, estese nello spazio e nel tempo, ricordi, epopee di formazione personale, dettaglio e contesto…
Equilibri negoziali, rapporti di forza, piccoli Elon Marchionne, affittuari badanti e sexycompany. Ed emozioni belle, forti: un gruppo che più o meno si è abituato a se stesso e alle sue dinamiche, vecchie conoscenze con nuovi passanti che per la prima volta hanno incrociato i bicchieri con noi, e che assistono e partecipano a racconti personali o distaccati, frammenti di vita, che evocano incontri del passato, unendo le persone del presente, come una foto di un album scolastico, tutti insieme.
I ragazzi vogliono contare, in azienda, e a volta si trovano a contare, vicino a un benzinaio. Invece di piangerci su, ci abbiamo anche un po’ riso, e provato a dire in che direzione orientare le bussole, cosa che a settembre, quando si riparte, ha anche un senso. Può bastare.

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