· Andrea Araudo  · 2 min read

Croniche e cronache

Nel 1997 avevo 32 anni quando ho assistito alla trasmissione televisiva della RAI in diretta dalla diga del Vajont. [...]

Nel 1997 avevo 32 anni quando ho assistito alla trasmissione televisiva della RAI in diretta dalla diga del Vajont.

Non conoscevo nel dettaglio le vicende, ma sono rimasto folgorato dalla potenza del racconto del Maestro Paolini che ho poi seguito nei suoi vari peregrinare tra i traghetti di Venezia e la guerra di Russia per approdare alla “Fabbrica del mondo” più recente.

Quando Paolini ha annunciato, durante la trasmissione radiofonica “Caterpillar” su RAI Radio2, di voler mettere a disposizione il suo testo per renderlo collettivo e diffuso ho immediatamente pensato al format “Terzabirra” dell’amico Massimo Bocca su Linkedin.

Il consenso di Massimo a mettere a disposizione il suo spazio per l’iniziativa è arrivato in un tempo inferiore a quello di Marcel Jacobs e di questo non lo ringrazierò mai abbastanza.

Alcuni Post di divulgazione e la sera del 9 ottobre siamo incoscientemente andati…

Non posso fare altro che lasciare le senzazioni a chi ha letto, ascoltato, si è emozionato ed ha pianto.

In ordine rigorosamente sparso:

Fatima Carbonara
”Condivisione toccante, intensa, rinnovando una storia collettiva ed anche personale”

Giovanna Folcini
”Un viaggio nel tempo e nel ricordo, per mano a nuovi compagni”

Danilo Spanu
”Una serata in cui la condivisione di emozioni è andata ben oltre le parole scritte”

Paola Ciarocchi
”Umanità che abbraccia. Attonita, inerme e appiedata. Fatica, voci. Cuore.”

Marcello Gesmundo
”Voci di volti immaginati. Dolore altrui che diventa tuo. Silenzio.”

Laura Sabbadini
”Si intravvede la vita. Mia. Innocenti spariti. Ossimoro del destino”

Donato Zulli
”Un dovere civile che supera l’emozione, trasformandosi in testimonianza.”

Monica Cetrangolo
”Quando tante anime belle si uniscono per un’iniziativa nobile, diventiamo tutti migliori”

Roberto Forte
”Vajont, montagne scosse, acqua oscura, sogni infranti nel silenzio.”

Armando Febbo
”Parole evocano suoni, emozioni, ricordi, dolore, lacrime. Poi il silenzio.”

Massimo Bocca
”Una comunità si riconosce, nell’emozione di un ricordo raccontato.”

Giulia Sabbadini
”Ho amato i ritmi, i turni, per essere parte di qualcosa che per me è un racconto della mia terra.”

Nessuna retorica, nessuna voglia di lasciar cadere nell’oblio neanche una stilla di quanto provato quella sera. Un gruppo eterogeneo di persone che resterà comunque unito ed attivo e che non sarà più come prima.

Grazie Marco

Andrea Araudo a nome di tutti.

Pagina 3

Condividi:
Torna al Blog